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INCONTRO CON SANTA BAKHITA
come amici degli amici
Quindici anni fa dalla terra di s. Bakhita salirono al cielo don Giacomo Bravo direttore dell’Ufficio Missionario Diocesano e don Antonio Doppio arciprete di Schio. Erano andati in Sudan per individuare progetti di collaborazione.
Da allora ogni anno i loro amici e conoscenti hanno presenziato, anche con i loro parrocchiani, alla Messa ufficiale della sera nella festa di s. Bakhita. È stata un’occasione per incontrarsi tra loro e ringraziare il Signore per aver associato i loro amici tra quelli di s. Bakhita. Ma col passare degli anni sono mutati gli incarichi, lo scorso febbraio gli amici sacerdoti di don Giacomo e don Antonio sono stati presenti a tutte le Messe, non più in un folto gruppo alla sera. Alcuni tra loro sono giunti alla spicciolata, durante l’anno, uno di questi è don Severino Baggio, invitato a gioire per l’incontro con s. Bakhita da una coppia di sposi di cui aveva celebrato la Messa nuziale. Tra gli amici c’era anche sr. Idelma Vescovi, delle Dorotee Figlie dei Sacri Cuori, esperta catechista e formatrice coinvolgente e creativa, sempre disponibile ad animare incontri diocesani condividendo la sua esperienza in campo.
Walter Bonin con la moglie Luisa avevano desiderato questo ritrovo intorno a s. Bakhita e facilitato per tutti il poterci essere. Fu una vera festa! La raccolta di testimonianze pubblicate nel recente libro di Madre Moretta ha permesso a sor. Maria Carla di illustrare al piccolo e speciale gruppo che cosa fosse accaduto a s. Bakhita dall’entrata della chiesa fino alla stanza del suo felice transito al Cielo!
Tutti conoscevano Bakhita ma quel giorno si è trattato di ri-incontrarla come amica dei nostri veri amici e quando la storia dei piccoli e degli umili ci tocca il cuore si avverte che Gesù ci parla tramite la loro semplicità, lo si incontra e ci si sente in comunione con la preghiera di chi per intercessione di Bakhita ha ricevuto conforto e grazia.
R.Italo Zanini, esordisce nella sua “inchiesta su una santa per il 2000”, raccontando una mano furtiva che nasconde nel letto di s. Bakhita un messaggio. Questo nonostante il divieto di entrare per preservare il luogo sacro. Segno della preghiera segreta dei devoti che vuole lasciare un segno, restare là dove il Cielo ha accolto s. Bakhita, quasi il corridoio segreto che conduce nel cuore di Dio, il Padre buono che tutti ci attende per liberarci dalle paure delle prove che ci confrontano di giorno in giorno. Quel luogo parla ancor oggi di una tenerezza infinita, di un corpo che sul letto di morte non si è irrigidito, di benedizioni e carezze date a tutti per la flessibilità delle sue membra. Questo è il dono di serenità e pace che resta nel cuore di coloro che a Bakhita parlano ancora come amici del “bon Paron” il Padre che con la Mamma di Gesù ci attente a braccia aperte per donarci la libertà dalla terra, la tenerezza di Dio, la gioia del Cielo.
Ecco questo quanto abbiamo vissuto nell’incontrare Bakhita, nel nostro raccontarci memorie e ricordi, nel sentirci privilegiati per essere amici degli amici della Madre Moretta, chiamati anche per dono suo ad essere una nuova presenza nella Chiesa vicentina con un nuovo volto ed un nuovo stile, quello dell’amicizia nel Signore!