“Fiume di vite” dono di Bakhita Beata
Giunta dalla Spagna – dopo 23 anni – Blanca racconta
la grazia della sua nascita
Un messaggio email di Blanca Lipuzcoa ci aveva avvertite di una imminente visita dalla Spagna della scrivente con i suoi genitori. Il messaggio era semplice: “Il mio nome è Blanca Lipuzcoa, e sto scrivendo perché sabato 6 giugno verrò a Schio con i miei genitori. Arriviamo dalla Spagna ed abbiamo una devozione speciale a santa Bakhita perché, grazie alle preghiere di mia mamma, Bakhita ha salvato la mia vita quando avevo solo pochi mesi. Non sappiamo se parlate in spagnolo ma desideriamo organizzare una visita per vedere il santuario di santa Bakhita. Vorremmo anche vedere tutte le sorelle e raccontare la nostra storia alla madre superiora, se possibile. …”
In parlatorio della nostra casa di via Fusinato, all’ora stabilita, Blanca con mamma e papà, le madri: Giovanna, Laura e Maria Carla hanno ascoltato ciò che per 23 anni questa famiglia aveva custodito come dono di grazia da consegnare alla Chiesa per la gloria di Dio.
Nel 1992, la mamma – con già sei bambini – attendeva due gemelline.
All’inizio del quinto mese di gravidanza, si presentò una rottura della placenta. La mamma fu ricoverata tutto il mese di maggio, si voleva che le bimbe crescessero ma quando il problema si aggravò si decise per un parto cesareo nel tentativo di salvarle.
Il 17 maggio era stata beatificata santa Bakhita e chi dalla Spagna era stato a Roma per la beatificazione – avvenuta nello stesso giorno – di mons. Josemaria Escrivà de Balaguer, al ritorno parlò anche di Santa Bakhita. Fu così che la mamma di Blanca ricevette un’immagine della neo beata con il consiglio di rivolgersi a lei per la vita delle sue bambine.
Quell’immaginetta, fatta plastificare, è ancora custodita come reliquia della grazia ottenuta.
La mamma di Blanca ha voluto inserirsi nel racconto della figlia per aggiungere che al bimbo di un’amica, lo stesso giorno del suo intervento, avevano diagnosticato un linfoma maligno e la prognosi era infausta. Lei, consapevole del rischio che stava correndo, disse al Signore che se le stava chiedendo il sacrificio delle sue bimbe non le doveva negare la vita di quel fanciullo.
Il primo giugno 1992 con parto cesareo nacquero Palomba e Blanca (Colomba e Bianca). Palomba volò quasi subito in cielo mentre Bianca, che pesava solo 800 grammi, lottava per vivere. In incubatrice erano così tanti gli ausili usati per farla sopravvivere che il corpicino scompariva. Aveva i problemi dei bimbi prematuri, non funzionava bene niente, ci dissero: cuore, polmoni, reni, gli arti, tutto era impreparato a vivere in modo autonomo. Blanca continuava a lottare e la mamma presentava a Bakhita la causa di Blanca unitamente a quella del bimbo dell’amica, certa che per la sua offerta accolta dal Signore sarebbe stata esaudita.
Nel giro di una settimana dall’inizio della preghiera alla beata Bakhita la bimba fu dichiarata fuori pericolo. La prima foto possibile, presa in quei giorni, la fa vedere ancora nutrita per il naso, con la testolina grande come il palmo della mano che la sorregge ma, in brevissimo tempo, Blanca ha acquistato quell’autonomia vitale che le ha permesso ad un mese e mezzo di vita il ritorno a casa con la mamma tra la gioia dei fratellini e genitori.
La mamma ha confermato come anche il bambino per il quale aveva offerto Palomba non solo è guarito ma è tutt’oggi in buona salute. Ha trentun anni ed è ingegnere. E Mentre Blanca raccontava, la mamma guardandola sussurrava con le labbra che era buona, buona! Quasi a confermarci che anche la
personalità della figlia, mite e generosa, è un dono del cielo.
A 23 anni, Blanca è una bellissima giovane, magra ed alta; già laureata lavora da
undici mesi nel campo delle comunicazioni sociali. Il suo volto sprizzava gioia; mentre lei raccontava con tanta compostezza, la mamma versava lacrime di commozione ed il papà era così compreso che confermava la testimonianza col suo silenzio ‘loquace’.
Recentemente una loro figlia ha avuto un bambino prematuro, hanno pregato Bakhita che ancora li ha esauditi, ora il bambino cresce bene.
Quando all’inizio dell’incontro dicemmo a questa famiglia che Bakhita era pure gemella, fu tale il loro stupore che, anche noi che ascoltavamo, avvertimmo Bakhita presente nel suo amore per gli affetti più sacri che le furono strappati con il rapimento, affetti che Blanca ci stavano comunicando insieme ai suoi genitori che vibrarono di commozione in modo a loro stessi inatteso.
Da quando Blanca è nata noi abbiamo desiderato poter giungere in questo luogo, ci dissero a più riprese i genitori, ma gli impegni scolastici, l’età dei figli che crescevano, le malattie della crescita e di stagione, poi gli esami universitari, ci fecero sempre posporre il nostro più grande desiderio di essere qui per ringraziare santa Bakhita.
In questi giorni un ponte festivo e la possibilità per tutti noi di disimpegnarci dai doveri quotidiani ci ha fatto prendere la decisione di realizzare il nostro sogno, per venirvi a raccontare che la vita di Blanca ci è giunta come il dono che s. Bakhita ha interceduto per noi dal Signore e che da questa grazia molte altre ne sono fluite.
I saluti sono stati una promessa reciproca di preghiera e di rendimento di grazie; quando Dio ci ri-visita nella memoria dei suoi doni ci dona una gioia che irriga – con lo stupore della sua presenza – ogni goccia di vita!
Grazie a Blanca ed ai loro genitori per la fede che ci hanno testimoniato e che sempre unisce terra e cielo, fragilità e misericordia di Dio!
Blanca Lipuzcoa Seron
FOTO di GRUPPO – Da sinistra: M. Laura Maier, il papà e la mamma di Blanca, Blanca e m. Giovanna Re.
SECONDA FOTO – In primo piano la foto di Blanca ad un mese di vita quando per l’intercessione dell’allora beata Bakhita cominciò ad essere fuori pericolo.
VICINO ALLA FIRMA – Foto tessera di Blanca come la si incontra oggi.
Sor. Maria Carla Frison fdcc
Schio 06 giugno 2015