SOLENNITA’ DI GESU’ CRISTO RE DELL’UNIVERSO
Gv 18, 33-37
In quel tempo, Pilato disse a Gesù: «Sei tu il re dei Giudei?». Gesù rispose: «Dici questo da te, oppure altri ti hanno parlato di me?». Pilato disse: «Sono forse io Giudeo?
La tua gente e i capi dei sacerdoti ti hanno consegnato a me. Che cosa hai fatto?».
Rispose Gesù: «Il mio regno non è di questo mondo; se il mio regno fosse di questo mondo, i miei servitori avrebbero combattuto perché non fossi consegnato ai Giudei; ma il
mio regno non è di quaggiù».
Allora Pilato gli disse: «Dunque tu sei re?». Rispose Gesù: «Tu lo dici: io sono re. Per questo io sono nato e per questo sono venuto nel mondo: per dare testimonianza alla
verità. Chiunque è dalla verità, ascolta la mia voce».
Ti vedo o Dio addormentato
sulla croce: tutto è compiuto,
il silenzio della pace è sceso
al tocco leggero dello Spirito.
Un soffio di vita penetra in noi,
attratti verso Gesù, l’Innalzato:
catene di tiranni sono sciolte,
su volti bui, mite si posa la luce.
Ora i nostri occhi ti vedono
appeso, umile re della pace,
scorrono in pianto il tuo corpo:
tutto in te parla del tuo amore.
I tiranni dominano le genti.
Tu Servo su di noi ti chini,
curi le nostre ferite con olio,
profumo di Spirito Paraclito.
Signore venga il tuo regno!
Si spenga il grido di guerra,
raduna tutti nella Chiesa
e inizi l’era di pace fraterna.
don Beppe Ferretti in “Lectio Domenicale di don Giuseppe Bellia”
IL VANGELO VISSUTO DA BAKHITA
“Io lo amavo pur senza conoscerlo”.
Fu battezzata a vent’anni e la vera grande scoperta che la fece felice per sempre fu che era diventata figlia di Dio, lei che era stata schiava, lei nera, lei povera, lei analfabeta.
Ecco la verità fondamentale e consolante per lei: sentirsi amata totalmente da Dio, fino ad essere chiamata sua figlia.
Era stata schiava per forza degli uomini, adesso voleva volontariamente essere “schiava d’amore” per quel Dio che era suo Padre.
Una delle sue frasi più comuni, riguardo a Dio era “El paròn l’è bon” e cioè il Padrone (come lei chiamava Dio) è buono. E per più di cinquant’anni servì generosamente, con tutta sé stessa, quel ‘Paròn’ così buono da volerla sua figlia.
don Cornel Gabor sdb