SANTA BAKHITA FA AUMENTARE I PELLEGRINI FRANCESI
Il romanzo di Veronique Olmi alla luce dei fatti storici
Non poche le richieste di una critica sul recente libro Bakhita di Veronique Olmi. Un romanzo riflette sempre l’autore e le esperienze del lettore presente. Pur con un linguaggio brillante ed una forte empatia la Olmi ha reso bene la forza di Bakhita di fare scelte libere, non le ha però motivate con il suo amore per Gesù. Non ha compreso il senso pieno delle espressioni di Bakhita riconoscenti a Dio ed alla Vergine per l’essere stata preservata da stupri. Ha interpretato il suo giungere a Schio dovuto al bisogno di staccarla dalla sua formatrice, ignorando del tutto il ruolo di Pio X che, nell’esaminarla in vista dei suoi Voti, ne aveva colto la sete di preghiera per porgere, in questo modo, aiuto al suo popolo. La prospettiva della Olmi riflette il disordine emotivo contemporaneo ma non trova riscontro nella storia di Madre Moretta costellata da scelte continue di lasciar andare persone amate pur di non perdere il Signore, il suo Paron.
In effetti l’autrice non sa rendere le ragioni della santità di Bakhita, pur avendo scosso con il romanzo la curiosità e le coscienze di molti che, in crescente numero, giungono dalla Francia per avvicinarla e conoscerla. È positivo che nel cuore di molti si sia aperto un varco dal quale si intravvede una via che, se percorsa con la Madre Moretta da noi conosciuta, porterà certamente a nuovi orizzonti.
Il crescente numero di pellegrini di lingua francese che giungono a Schio per incontrare s. Bakhita ci conferma che tutto – davvero – concorre al bene per chi ama Dio!