“CHE ALTRO MI MANCA?” LA PAROLA CHE RIGENERA
Domenica delle Palme (14 aprile)
PASSIONE DI NOSTRO SIGNORE GESÙ CRISTO SECONDO LUCA – 22, 14 – 23, 56
Ho tanto desiderato mangiare questa Pasqua con voi, prima della mia passione…
Fate questo in memoria di me…
Guai a quell’uomo dal quale il Figlio dell’uomo viene tradito!
Io sto in mezzo a voi come colui che serve…
Tu, una volta convertito, conferma i tuoi fratelli…
Deve compiersi in me questa parola della Scrittura…
Entrato nella lotta, pregava più intensamente…
Giuda, con un bacio tu tradisci il Figlio dell’uomo?… Uscito fuori, Pietro, pianse amaramente
Fa’ il profeta! Chi è che ti ha colpito? … Lo condussero davanti al loro Sinedrio…
Non trovo in quest’uomo alcun motivo di condanna… Erode con i suoi soldati insulta Gesù…
Pilato abbandona Gesù alla loro volontà… Figlie di Gerusalemme, non piangete su di me…
Padre, perdona loro perché non sanno quello che fanno… Costui è il re dei Giudei…
Oggi con me sarai nel paradiso… Padre, nelle tue mani consegno il mio spirito. Detto questo, spirò.
Giuseppe pone il corpo di Gesù in un sepolcro scavato nella roccia.
Guarda, Sion, il tuo Re mite
cammina sulla via regale.
Egli viene tra canti di gioia
del tuo popolo in festa.
Egli si è fermato e piange:
tu non sai che è giunta l’ora
della tua redenzione e gloria;
i tuoi capi lo vogliono uccidere.
Gerusalemme, Gerusalemme,
segnata per sempre dal suo sangue!
Una veste di bisso e porpora
ti avvolge e ti cinge di gloria.
Lo hai acclamato Re messia
e ora lo contempli silenziosa
regnare dalla croce e piangi:
dal suo costato nasci sposa.
Mistica Sion, santa Chiesa
vieni con canti e cori di danze,
accogli tutti i tuoi figli dispersi:
a te vengono da ogni popolo.
Entro le tue mura si radunano,
portando rami lucenti di palme
in bianche vesti, rese candide
nel sangue vivo dell’Agnello.
IL VANGELO VISSUTO DA BAKHITA
Lc 23, 44-46
Era già verso mezzogiorno e si fece buio su tutta la terra fino alle tre del pomeriggio, perché il sole si era eclissato. Il velo del tempio si squarciò a metà. Gesù, gridando a gran voce, disse: “Padre, nelle tue mani consegno il mio spirito”. Detto questo spirò.
Alla sua superiora che le parlava dello spirito di povertà delle buone religiose, M. Bakhita poco tempo prima di morire, con tutta semplicità fece questa dichiarazione: “Madre io non ho più niente ormai; i libri che usavo, la Regola, il manuale di coro e la vita di Gesù, non li adopero da tempo perché non ci vedo quasi più; le altre cosette le ho abbandonate tutte; non mi restano che la Corona e il Crocefisso!” Poi, dopo un momento di riflessione aggiunse: “Però, se lei vuole, Madre, mi spoglio anche di questi.” E sorridendo con la sua arguzia concluse: “Non ho più nemmeno la carne per i vermi…perché come vede, ora sono pelle e ossa!”
(Espressioni di Bakhita)