08 luglio 2019 PUBBLICAZIONI – Presentazione ultimo libro a Roma
Ecco l’invito ricevuto all’evento di Roma:
L’Ambasciatore d’Italia presso la Santa Sede
è lieto di invitare
Madre Maria Carla FRISON
alla presentazione del volume di Roberto Italo Zanini
“Bakhita. Il fascino di una donna libera”
Lunedì 8 luglio 2019 alle ore 18
S. Bakhita fu acquistata per l’ultima volta a Khartoum dall’agente consolare italiano Callisto Legnani. Questo dato storico si è prestato ad un chiarimento, offerto a Roma da Pietro Sebastiani, ambasciatore italiano presso la Santa Sede. Callisto Legnani, infatti, non appare tra i consoli italiani in Sudan, ma era di fatto un “agente consolare” trovandosi all’epoca in Sudan per la sua attività di commerciante.
Durante la presentazione del libro, in un’ampia sala gremita da un pubblico scelto per il proprio ruolo sociale ed educativo, il giornalista Giovanni Tortorolo ha moderato gli interventi dei relatori: Mons. Marcello Semeraro (Vescovo di Albano e Segretario del Consiglio dei Cardinali del Santo Padre), Madre Sandra Maggiolo (Consigliera Generale delle Figlie della Carità Canossiane), Rita Pinci (coordinatrice di “Donne Chiesa Mondo”), Mario Marazziti (Comunità Sant’Egidio), Roberto Italo Zanini (autore del volume).
– Mons. Marcello Semeraro ha collocato s. Bakhita nella storia della Chiesa contemporanea evidenziando i due aspetti dell’incontro dei santi tra loro e le caratteristiche dell’esegesi biblica. Il patriarca di Venezia Giuseppe Sarto, futuro san Pio X, fu coinvolto nella sua vicenda non meno del suo predecessore Domenico Agostini che con l’autorità civile l’aveva dichiarata libera.
L’esegesi biblica, d’altra parte, considera attentamente sia la storia degli eventi che quella degli effetti e la santità non è solo storia del fatto in sé ma anche degli eventi che seguono per cui sa farsi strada da sé. Il vero è diffusivo, è la categoria della bontà che come l’acqua è diffusiva e sa sempre dove spuntare. La santità è vera quando produce degli effetti non nell’ordine del meraviglioso ma nella quotidianità della vita.
Papa Francesco è più incline ai verbi che agli aggettivi, ma nella storia di santa Bakhita parla di “ingannati, abusati, scartati, oppressi, emarginati”. S. Bakhita è avvocata luminosa di emancipazione autentica per il suo liberarsi da sé stessa. L’esperienza del perdono è stata per lei l’esperienza unilaterale che si vive da soli (pag. 82) mentre la riconciliazione è un superare il passato insieme. Il perdono autentico non implica uno scusare o ripristinare la situazione precedente, di questo s. Bakhita è testimone.
– M. Sandra Maggiolo, ha affermato che per la sua “straordinaria piccolezza”, tanto da apparire ai nostri occhi un miracolo di Dio, Bakhita è un dono di tutti e per tutti, è faro luminoso a cui tutti possono guardare, soprattutto i poveri. È altresì donna dello stupore, dei piccoli del Vangelo che hanno lo sguardo pulito e ci dice che Dio non abbandona mai.
Vediamo in s. Bakhita una perla di raro valore. La perla nasce da una ferita ed in Bakhita le ferite sono diventate luminose come quelle di Gesù. Ci sembra di comprendere come qualcuno veda manifestarsi in lei la teologia del nulla. Sua la convinzione che “Dio mi vuole bene e non abbandona mai”, Dio non discrimina.
Con questo sguardo all’opera assoluta di Dio che si manifesta negli umili di cuore s. Bakhita ci riconsegna ogni giorno il carisma di contemplare la misura dell’amore più grande che il Signore ci dona dalla Croce. Ci testimonia il perché nell’amore crocefisso c’è posto per tutti, per ciascuno di noi.
Rita Pinci si è interrogata sulla contemporaneità di Bakhita e su come l’avesse incontrata. Ha concluso che per una donna il libro è bello ed emozionante. L’accettazione della propria condizione è il vero coraggio e Bakhita mai ha abbassato la testa di fronte al fato. Di fatto, chiunque dopo Gesù è libero perché è lui che ci rende liberi.
Mario Marazziti ha continuato con le stesse parole di Papa Francesco che – nel giorno stesso della presentazione – sesto anniversario del suo viaggio a Lampedusa, ha ribadito che per Dio nessuno è straniero. Bakhita arriva in Italia nel periodo del pieno colonialismo (1870-1929) ed il libro in questione ha una capacità, non forzata, di far incontrare passato e presente.
La vediamo una grande donna africana, volitiva, dall’aspetto regale, una normalissima nera. Bakhita spiega che la schiavitù è quella che ci portiamo da soli nel cuore. Libertà è sentirsi amata, questa la grande certezza di Bakhita. Il libro è un tesoro di saggezza umana e cristiana, e ci conferma che chi è scampato al pericolo di perdere la vita vive per restituire.
In questa luce Bakhita ci appare un modello di come si può uscire dalla disperazione con la speranza. Oggi i corridoi umanitari vorrebbero prolungare questa sua esperienza poiché è importante ridare il nome di figli di Dio alle vittime che cercano rifugio in altre terre. E Dio continua a lavorare per liberarci attraverso il mondo che aiuta.
Roberto Italo Zanini ha affermato che la fede è attuale per le dinamiche stesse che attuano il processo di fede e di salvataggio. Gesù passava e guariva, bastava avvicinarsi a lui e chiedere aiuto per essere liberati dalle infermità.
- Bakhita è stata una grande missionaria; non parte ma arriva, è lei che si incultura. In realtà è lei che ribalta le cose.
- Vive l’umiltà annunciando il Vangelo con la sua vita, lo grida dai tetti, ma non sale mai in cattedra. Parla al cuore con le parole del cuore, non chiede ciò di cui le persone non sono capaci.
- Accoglie tutti senza distinzione di razza o di cultura, e tuttora va a cercare le persone.
- Bakhita perdona e ne capisce il valore senza che le venga spiegato, è questo che le toglie le catene.
Davvero la santità è alla portata di tutti ed il fascino è quello del volto di Dio!