“GLI APOSTOLI AL SIGNORE GESU’: ACCRESCI IN NOI LA FEDE”
27° DOMENICA – TO C
Lc 17,5-10
In quel tempo, gli apostoli dissero al Signore: «Accresci in noi la fede!».
Il Signore rispose: «Se aveste fede quanto un granello di senape, potreste dire a questo gelso: “Sradicati e vai a piantarti nel mare”, ed esso vi obbedirebbe.
Chi di voi, se ha un servo ad arare o a pascolare il gregge, gli dirà, quando rientra dal campo: “Vieni subito e mettiti a tavola”? Non gli dirà piuttosto: “Prepara da mangiare, stringiti le vesti ai fianchi e servimi, finché avrò mangiato e bevuto, e dopo mangerai e berrai tu”?
Avrà forse gratitudine verso quel servo, perché ha eseguito gli ordini ricevuti?
Così anche voi, quando avrete fatto tutto quello che vi è stato ordinato, dite: “Siamo servi inutili. Abbiamo fatto quanto dovevamo fare”».
LA PAROLA CORRE ALLA FINE
Dal silenzio, deserto di Dio,
vibrò l’una e prima Parola,
scintillio di luci, iride di spiriti.
Tempo, spazio, suono soave,
armonia d’amore e di pace,
in Dio danzano le creature.
«Violenza e rapina!», urla,
poi silenzio, volto di morte
su corpi lacerati e spenti.
La Parola corre alla fine,
il servo sospira al riposo!
Parole, enigmi d’infinito.
IL VANGELO VISSUTO DA BAKHITA
Lc 17,6
«La paura che ritornando nel mondo, potesse perdere la fede e dovesse rinunciare al sogno meraviglioso di divenire cattolica attraverso il Sacro Battesimo, avevano trasformato la tenera pecorella in una indomita leonessa. E dalla dura lotta uscì vincitrice in quanto il Regio Prefetto italico, anche per interessamento delle Suore canossiane, le quali finalmente si erano convinte della sincera e ferma vocazione di Bakhita, la dichiarò libera da ogni schiavitù e quindi anche libera di scegliersi il proprio stato di vita…
A Madre Marietta Fabretti, quando si è trattato di lasciare il catecumenato di Venezia per seguire la sua padrona, Bakhita disse di aver sentito in sé una forza potente che le diceva di restare per poter abbracciare la fede.»
(Positio, in Informatio, 7; M.Antonietta Filippin, §534)