CE L’ABBIAMO FATTA AD ESSERE VISITATI DALL’INFINITO
10° incontro nazionale ex alunne a Verona
Potrà sembrare strano l’esordio di questa notizia, ma con tanta gioia nel cuore noi tutte: Emanuela, Vanna, Serena, M. Maria Carla, Ornella e Giuliano, sentiamo di doverci presentare proprio con questa esclamazione: CE L’ABBIAMO FATTA ad essere VISITATI DALL’INFINITO!
Negli ultimi anni, la sovrapposizione tra camminata di Bakhita e convegno annuale ci aveva impedito di parteciparvi. Quest’anno tutto sembrava favorevole. Ma la sera prima della partenza, Monica Gianoli, la nostra coordinatrice, si trovò al Pronto Soccorso con un figlio e sia lei che il marito Marco non avrebbero potuto partire l’indomani. Poco prima della mezzanotte tutto era riorganizzato per la partenza del 29 mattina. Non raccontiamo i tanti piccoli inconvenienti vissuti, ma il nostro cuore era pronto, già prima di giungere a Verona ci sentivamo visitate dall’INFINITO della presenza di Dio che ci faceva desiderare l’incontro con le ex alunne come una vera sorpresa… e lo stavamo già sperimentando!
M. Adriana Sicilia, referente delle ex alunne per la Provincia Italia delle canossiane, ci salutò ricordando come Papa Francesco, nel documento CRISTO VIVE, afferma come è tipico dei giovani sentirsi attratti dall’infinito, e di come è viva in noi questa stessa sete di infinito.
I 200 anni della famosa poesia del Leopardi INFINITO, ci ha offerto lo spunto per rileggere la nostra distanza dai sogni della giovinezza o la nostra ricomprensione di un oltre che supera l’esperienza del limite sperimentato nella vita, in scelte importanti come quelle vocazionali ed in ciò che amiamo ancor oggi scegliere per il bene di altri che ci sono stati affidati.
M. Marilena Pagiato, superiora provinciale, ha condiviso con noi memorie di giovani che si sono smarriti per l’illusione di identificare la vera gioia con piaceri passeggeri e costosi e ci ha augurato di regalarci una giornata in cui potevamo rinnovare ciò che è dentro di noi, poiché abbiamo ancora fame di sete e di bellezza, di parole e di vita nuova. “Incontrare Cristo vuol dire incontrare il senso della vita” ci ricordava Giovanni Paolo II. “Di te ha sete la mia anima, a te anela la mia carne” queste le parole del salmista (salmo 62). Oggi, invochiamo l’infinito perché le nostre gioie sono egoiste ed anche la religiosità appare disordinata…
Maria Gerardi, la moderatrice, ha rafforzato l’annuncio che trapelava ed ha inoltrato l’assemblea nei meandri del proprio cuore.
Davide Rondoni, l’autore di “E come il vento” sull’ infinito, ha esordito rivisitando l’esperienza del timore che l’infinito, appunto, suscita in noi. Di Dio si ha timore perché i suoi pensieri non sono i nostri pensieri. Aborriamo la morte perché, ponendoci di fronte al limite massimo, acuisce in noi la percezione che siamo fatti per l’infinito.
Insegna Ungaretti che la traccia dell’infinito che dopo la morte resta nel cuore è l’amore, e questo si oppone totalmente all’atteggiamento di distacco proposto tra noi oggi da filosofie orientali divenuto il modo usato da molti per eliminare il distacco, proprio come facevano gli epicurei. A questo riguardo paradossali sono notizie di un funerale date come esibizione folcloristica di lancio di palloncini, come non ci fosse stata una s. Messa funebre; viviamo il delirio dominante di eliminare il distacco con simboli effimeri, mentre l’INFINITO di Leopardi non parla di un funerale ma solo di vita.
Sarebbe troppo lungo raccontare lo scorrere dei pensieri e delle domande provocati e condivisi che hanno confermato la paura del dolore, come il dare dolore ai figli per le cure richieste nella vecchiaia. L’assemblea ha reagito con forza all’inganno che il soffrire o far soffrire siano mancanza di amore. Anzi, il dolore è la via per aprire il cuore a relazioni d’amore. Viviamo il rischio di privare i giovani di un lessico spirituale poiché nulla delle cose ci identificano se non che siamo fatti di infinito.
Il rischio oggi è di confondere gli aggettivi con l’identità, fai uno sbaglio e sei uno sbaglio, sei ciò che gli altri pensano di te. È solo l’infinito che libera! Gesù dicendo “curatevi delle vedove” ha suscitato l’infinito, poiché ha messo da parte relazioni economiche ed ha chiesto di vivere relazioni umane. È importante non avere un pensiero astratto perché favorisce un potere che si stacca dall’esperienza ed è disincarnato, in parole semplici è disumano.
La riflessione, guidata dalle domande poste, ha evidenziato come le relazioni non possono essere affidate allo stato che governa dividendo (divide et impera come facevano i Romani) ovvero occupando lo spazio decisionale delle comunità. Ma questo accade quando mancano relazioni, famiglie, comunità.
C’è gente che non ha fede, ma non cerca un pensiero astratto e con questi si cammina come cristiani, solo la convivenza umana insegna la comunità. È la via dell’incarnazione la via sicura per l’infinito di Dio, l’amore eterno che ci ha creati per donarci sé stesso.
Alla fine una ex alunna ci ha ricordato con s. Ignazio di Loyola che “È proprio di Dio dare gioia senza ragione alcuna” ed è questa gioia che viene da Dio, senza ragione, che lega la nostra vita all’infinito, INFINITO che ci portiamo addosso e ci portiamo a casa!
FOTO – La visita al Palazzo Canossa, alla chiesa di San Lorenzo, luogo del battesimo di Maddalena di Canossa, e di Casa Madre ci hanno fatto rivisitare quel dono spirituale che come “il vento” parla di uno Spirito che ci ha fatte incontrare nella giovinezza e che ancora riscalda i nostri cuori.