“LA FORZA DELLA PREGHIERA RISIEDE NELLA COSTANZA”
29° DOMENICA – TO C
Lc 18,1-8
In quel tempo, Gesù diceva ai suoi discepoli una parabola sulla necessità di pregare sempre, senza stancarsi mai: «In una città viveva un giudice, che non temeva Dio né aveva riguardo per alcuno. 3 In quella città c’era anche una vedova, che andava da lui e gli diceva: “Fammi giustizia contro il mio avversario”.
Per un po’ di tempo egli non volle; ma poi disse tra sé: “Anche se non temo Dio e non ho riguardo per alcuno, dato che questa vedova mi dà tanto fastidio, le farò giustizia perché non venga continuamente a importunarmi”». E il Signore soggiunse: «Ascoltate ciò che dice il giudice disonesto.
E Dio non farà forse giustizia ai suoi eletti, che gridano giorno e notte verso di lui? Li farà forse aspettare a lungo? Io vi dico che farà loro giustizia prontamente. Ma il Figlio dell’uomo, quando verrà, troverà la fede sulla terra?».
SIGNORE RESTIAMO IN TUA ATTESA
Eleviamo al Padre mani pure,
vinciamo l’ora delle tenebre,
saldi nel gemito dello Spirito.
Preghiera! Tu squarci le nubi,
denso silenzio nel buio notturno,
sentinella che scruti il mattino,
tu varchi la soglia impossibile,
e contro spietato avversario
penetri nel cuore dell’Eterno.
Signore restiamo in tua attesa,
le lampade accese nella notte:
Gesù, Signore, vieni presto!
IL VANGELO VISSUTO DA BAKHITA
Lc 18,5.7
Notizie inaspettate dall’Africa per le sue preghiere
«Molti ricorrevano alla sua intercessione per ricevere grazie. Una mia sorella (Biolchini Maria in Farneti) – durante l’ultima guerra – aveva il marito ed il figlio in località diverse, combattenti in Africa. Da molto tempo non davano notizie e mia sorella mi scrisse chiedendomi di pregare m. Bakhita – allora vivente – perché chiedesse al Signore che i familiari mandassero notizie. M. Bakhita accondiscese, chiedendo però che anche mia sorella pregasse per lo stesso motivo. A distanza di un mese, mentre si accingeva ad andare a Messa, mia sorella – spinta da una voce interna – andò all’ufficio postale dove trovò due lettere: una del marito e l’altra del figlio. Erano state scritte lo stesso giorno benché i due fossero in località diverse e molto lontane tra loro.»
(M. Olga Biolchini, Positio §662)