GIORNO DI PACE E DI SALVEZZA PER GLI AMATI DAL SIGNORE
Natale del Signore / B
Lc 2,15-20
Appena gli angeli si furono allontanati per tornare al cielo, i pastori dicevano fra loro: “Andiamo fino a Betlemme, vediamo questo avvenimento che il Signore ci ha fatto conoscere”. Andarono dunque senz’indugio e trovarono Maria e Giuseppe e il bambino, che giaceva nella mangiatoia. E dopo averlo visto, riferirono ciò che del bambino era stato detto loro. Tutti quelli che udirono, si stupirono delle cose che i pastori dicevano. Maria, da parte sua, serbava tutte queste cose meditandole nel suo cuore. I pastori poi se ne tornarono, glorificando e lodando Dio per tutto quello che avevano udito e visto, com’era stato detto loro.
Nascondi, Maria,
nascondi lo splendore del nuovo Sole!
Poni il fanciullo nella mangiatoia,
avvolgilo nei panni.
Sia nascosta la verginità incorrotta della Partoriente
dalla purificazione legale
e l’innocenza del Fanciullo
dalla circoncisione rituale.
Chi infatti darà le cose sante ai cani
e le perle ai porci?
Beata sei o Maria!
Tu che generi sei Vergine e Madre
e Colui che da te è nato
è Dio e Uomo.
IL VANGELO VISSUTO DA BAKHITA
Lc 2,15-20
Giulia Della Fonte, ved. Sponza, come una “pastorella”, ricorda la gioia dei suoi incontri con Bakhita da quando “nacque” col Battesimo a quando la visitava a Schio e “serbava nel cuore” i traumi della sua vita…
«Mi ricordo quando avvenne il fatto della sua separazione dalla padrona e dalla piccola. L’ho vista felice di restare. L’ho vista piangere per la separazione […]. Ricordo di averla vista contenta perché era stata dichiarata libera e non più schiava, anche per l’intervento del Patriarca Agostini. L’ho vista più volte da catecumena adorare il Santissimo, raccolta in preghiera nel coretto della chiesa. Ho assistito al suo battesimo, cresima e prima comunione che ricevette nello stesso giorno nella chiesa dei catecumeni dalle mani del cardinal Patriarca Agostini. […]. Ricordo di averla vista contentissima. […] Quando andavo a Schio e la trovavo, M. Giuseppina mi diceva che era contenta e lo si vedeva. Vedevo anche che era buona con tutti. Non l’ho mai sentita parlare di sé, neanche del suo passato. Mi domandava notizie dei miei familiari.»
(Giulia Della Fonte, Positio, 4a §523-524, pag. 230-231)