INNO A MARIA
la vera donna
Per motivi che non è importante ora spiegare, non ho mai amato la festa delle donne.
L’ho vissuta a volte con indifferenza, ed altre, sempre più, con decisa insofferenza.
Ad un certo punto della mia vita l’ho declinata, da credente, come la giornata per contemplare ancora di più, ancora meglio, la Donna, la cui
bellezza fa impallidire le stelle.
E nella cui bellezza ogni donna trova e ritrova la propria.
Davanti al fiume di donne che scappano dalla guerra trascinandosi dietro i figli, non posso oggi che presentare a lei, tutte queste donne.
Le donne in fuga, le donne che hanno un figlio in guerra e pensano che ogni istante per lui può essere l’ultimo, che chissà chi si prende cura di lui, chissà se ha paura.
Le donne con i mariti lontani, mandati a morire per una causa che non è la loro, le donne i cui uomini sono partiti per difendere la propria terra.
Le nonne, le figlie, le sorelle.
Le donne “della cura”, che in casa accudiscono i malati, i moribondi, i disabili.
Quelle chiuse con i propri bambini negli ospedali, a contare i respiri che hanno il ritmo delle macchine accanto al loro letto.
Le donne violate, vendute, tradite, abusate, esposte ai bordi delle strade, divenuti tragiche vetrine per compratori rapaci.
Le donne che piangono e che si fanno forza.
Le donne che scoprono la forza che non sapevano di avere, le donne che muoiono congelate per aver dato le calze al proprio figlio.
A Maria, che ben conosce il patire, in questo tragico 8 marzo, segnato da fiumi di sangue e di lacrime, affido alla sua pietà, ogni donna che soffre.
A lei affido ogni uomo di ogni donna, tutti gli uomini, figli di una donna.
Tiziana Tangoni, devota di s. Bakhita – 8 marzo 2022