L’ALBA DEL PERDONO
MI AMI TU? – 3° Domenica Tempo Pasquale / C
Gv 21, 1-19 [forma breve 21,1-14]
Quand’ebbero mangiato, Gesù disse a Simon Pietro: «Simone, figlio di Giovanni, mi ami più di costoro?». Gli rispose: «Certo, Signore, tu lo sai che ti voglio bene». Gli disse: «Pasci i miei agnelli». Gli disse di nuovo, per la seconda volta: «Simone, figlio di Giovanni, mi ami?». Gli rispose: «Certo, Signore, tu lo sai che ti voglio bene». Gli disse: «Pascola le mie pecore». Gli disse per la terza volta: «Simone, figlio di Giovanni, mi vuoi bene?». Pietro rimase addolorato che per la terza volta gli domandasse: «Mi vuoi bene?», e gli disse: «Signore, tu conosci tutto; tu sai che ti voglio bene». Gli rispose Gesù: «Pasci le mie pecore. In verità, in verità io ti dico: quando eri più giovane ti vestivi da solo e andavi dove volevi; ma quando sarai vecchio tenderai le tue mani, e un altro ti vestirà e ti porterà dove tu non vuoi». Questo disse per indicare con quale morte egli avrebbe glorificato Dio. E, detto questo, aggiunse: «Seguimi».
GRIDA IL TUO AMORE
La notte brillava di tenui luci sul lago,
lenta remava la barca per la pesca,
in ogni luogo la rete gettata con cura,
saliva vuota nel quieto mutare del cielo.
Già albeggiava, la prima luce del giorno
toglieva ogni speranza al faticoso vegliare,
quando il Signore, mite, stette sulla riva,
avvolto nella nube della non conoscenza.
Con tenerezza materna Egli parlò loro,
il Signore mendicava per dare il molto
Ma essi nulla avevano preso nella notte,
Egli comandò e sovrabbondò la rete.
Luce gioiosa della santa Pasqua,
che illumini le menti dei credenti,
e ci riveli il Signore in umili segni,
accresci il tuo splendore d’amore.
O apostolo non avere più paura
grida il tuo amore al tuo Signore,
pasci il suo gregge di teneri agnelli
e di pecore madri su verdi pascoli.
Venite! Amiamo tutti il Signore buono
e partecipiamo gioiosi alla sua mensa:
la colpa è purificata dalla conoscenza,
l’amore ci porti a nutrirci gli uni gli altri.
IL VANGELO VISSUTO DA BAKHITA
Gv 21, 15-19
«M. Bakhita mi disse che da schiava non si disperò mai. So che confidava nella bontà di Dio e l’ho sentita spesso ripetere: “el Paron l’è bon”. […]
Ho sempre visto M. Bakhita piena di amore verso il Signore. Per lui faceva ogni atto. Nell’infermità diceva che stava “come vol el Paron”. So che le dispiaceva tanto che il Signore venisse offeso. Ricordo che specialmente da portinaia inculcava l’amore di Dio nel prossimo. […]
Parlandoci del suo viaggio missionario disse: “Voi credete che io mi diverta perché viaggio. Sento ripugnanza”. […]
M.Bakhita fu sempre obbediente. Nei Superiori vedeva Dio. In tutte le circostanze della vita, lieti o tristi, vedeva la volontà di Dio e si manteneva sempre di umore uguale, ilare e scherzoso. Che io sappia non disobbedì mai.
Ci fu di esempio a tutte per la sua pronta obbedienza.»
(Clementina Calza fdcc, Positio, 4a, §334.335.339.342,
pag. 157-159)