INVISIBILE, MA SEMPRE VIVO NEL TUO CUORE
ASCENSIONE del SIGNORE – 7° Domenica Tempo Pasquale / C
Lc 24, 46-53
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Così sta scritto: il Cristo patirà e risorgerà dai morti il terzo giorno, e nel suo nome saranno predicati a tutti i popoli la conversione e il perdono dei peccati, cominciando da Gerusalemme. Di questo voi siete testimoni. Ed ecco, io mando su di voi colui che il Padre mio ha promesso; ma voi restate in città, finché non siate rivestiti di potenza dall’alto». Poi li condusse fuori verso Betania e, alzate le mani, li benedisse. Mentre li benediceva, si staccò da loro e veniva portato su, in cielo. Ed essi si prostrarono davanti a lui; poi tornarono a Gerusalemme con grande gioia e stavano sempre nel tempio lodando Dio.
ATTRATTO DALL’AMORE
Attratto dall’amore, sale il Signore,
armonia e pace dell’universo redento,
e sempre resta con noi, suo gregge.
Lo Spirito, energia nuova, scende su noi.
Liberi dalle oscure passioni mondane,
camminiamo in Gesù, via nuova e viva.
Resi fuoco dall’amore, nell’intimo,
brilla di luce divina la nostra mente,
resa pura nel Sangue dell’Agnello.
Un umile vaso d’argilla ha in sé il tesoro.
L’annuncio evangelico, che tutto rinnova,
si posa su deboli e fragili messaggeri.
Inebriati di Spirito Santo, con gioia,
viviamo il silenzio dell’attesa breve.
La promessa è certa: Gesù viene!
IL VANGELO VISSUTO DA BAKHITA
Gv 24, 46-49
«“Madre, ricorda –le disse una sorella – al principio dell’anno mi aveva detto che non sarebbe arrivata alla fine, invece l’anno è finito ed è ancora qui”. Ella sorrise e rispose: “Vede, io avevo contato i giorni a modo mio, e il Signore li ha contati a modo suo”.
“Madre andrà presto in Paradiso?”. “Né un momento prima, né un momento dopo di quando vuole il Paron”. […]
“Madre quando sarà in cielo preghi perché mi faccia santa”. “Prego anche ora, il Signore mi ascolta anche di qua”.»
«Nel 1923-24 si ammalò di polmonite. Un giorno il medico curante nella sua cella esclamò: “Oh, M. Giuseppina “Nigra sum sed formosa” ed ella subito rispose: “Oh se il Signore potesse dirmi così!” Aveva compreso il latino con meraviglia del medico e delle Madri. Certo il Signore avrà ripetuto quel saluto quando a lui si presentò nel gran giorno dopo tante sofferenze che avranno impreziosita la sua corona di meriti per l’eternità.»
(Fdcc, Positio, 4b, pag. 384.386)