IN PELLEGRINAGGIO A S. BAKHITA ACCOLTI DALLA SUA CITTÀ
Sandro Pozza guida la Scuola Media a Schio e vive l’inatteso
La motivazione del “Pellegrinaggio di fine anno scolastico al Santuario di Santa Bakhita a Schio il prossimo 1° Giugno” era chiaro: “concludiamo l’anno scolastico proprio qui dove il 9 settembre scorso lo avevamo iniziato con il pellegrinaggio (allora di inizio anno) del gruppo docenti della scuola media.” Il preside della scuola media Sandro Pozza così si era espresso nella circolare degli Istituti Filippin qui citata.
Ma qualcosa di inatteso è accaduto ancora (vedi articolo) poiché la gioia di Bakhita di accogliere tante vite in fiore si è trasformata nell’abbraccio della città di Schio. Informato del loro arrivo dall’Associazione Bakhita Schio-Sudan il sindaco Valter Orsi ha accolto la scolaresca in Comune spiegando che Schio, per vocazione, guarda a un’economia umanizzante che fa vivere, perché sa accogliere, educare, far crescere e riconoscere la bontà di chi si prodiga per gli altri, nonostante i disagi e le ferite inferte dalla vita.
S. Bakhita, la cui libertà di amare non è stata condizionata dalla schiavitù, ha trovato il vero tesoro nel Cielo che dura per sempre scegliendo di amare tutti, anche i suoi nemici, consumandosi per servire nell’umiltà, aspirando non a riconoscimenti umani ma alla giustizia dell’amore che è per tutti! Questo ci ha donato l’incontro con lei in santuario ma non basta, conferendole la cittadinanza onoraria la Città di Schio ne ha riconosciuto l’esemplarità civica, il coraggio della speranza che dona una vita piena, bella e desiderabile. Lasciamo la parola al preside Sandro Pozza che, stupito per l’accoglienza sperimentata dalla città che ha adottato s. Bakhita come sua cittadina onoraria, così si esprime:
Una Scuola…Civica. Illuminata da Bakhita
Alla fine dell’anno scolastico, si sa, bisogna tirare le fila. Gli adempimenti finali sono molti per noi insegnanti, e negli ultimi anni se n’è aggiunto uno in più: il voto di Educazione Civica. Descritta come disciplina trasversale, nessuno si sente davvero il padrone di questa materia: non ha ore specifiche di insegnamento con cadenza regolare; la sua definizione è ampia tanto da diventare vaga in sede di valutazione e di scrutinio; gli insegnanti faticano a inserire anche questa nei già vasti programmi disciplinari. Insomma, per tutti l’Educazione Civica rischia di diventare l’ennesimo adempimento formale, svuotandosi così di un valore prezioso e intrinseco che risiede proprio nel poterla vivere (più che insegnare) ai ragazzi.
Così, alla Scuola Secondaria di Primo Grado degli Istituti Filippin di Pieve del Grappa, ci è venuta un’idea. Abbiamo pensato che forse era tempo di scendere dalla cattedra: l’Educazione Civica si chiama così perché si fa insieme, è societaria per definizione e non potevano funzionare le semplici lezioni d’aula. L’Educazione Civica, insomma, la si deve vivere e chiede di diventare Scuola Civica, di assumere cioè uno stile che profumi di buono e di solidale.
Allora lo scorso mercoledì 1° Giugno, nell’ambito del nostro atteso pellegrinaggio di fine anno a Schio, presso il santuario di Santa Giuseppina Bakhita, ci siamo chiesti se era il caso di interpellare qualcuno che dell’Educazione Civica ha fatto un vero e proprio lavoro. Detto, fatto: il sindaco in persona Valter Orsi ci ha ricevuti in Sala Consigliare per descriverci la città e per spiegare il suo ruolo civico all’interno di questa.
È stata un’ora di poesia civile: Orsi, nel silenzio di 84 ragazzi seduti al posto dei consiglieri e degli assessori, ha raccontato la storia di Schio (la piccola Manchester d’Italia), ne ha descritto le meraviglie (tra le quali lo splendido giardino Jacquard); ma più di tutto ha risposto alla domanda che i ragazzi stessi hanno voluto porre, tra gli affreschi e i seggi dello splendido palazzo del municipio: perché avesse scelto di diventare sindaco.
Orsi ha semplicemente aperto il cuore: partendo proprio da sé stesso, dalla sua vita, per arrivare ad argomentare quell’impegno sociale e civile che lo contraddistingue e che richiedeva a gran voce la sua candidatura a capo di una lista civica.
Perché la politica non è, come alcuni possono pensare, una via furbesca di guadagno; né tantomeno il soddisfacimento personale delle brame di potere. La politica è, e questo è giunto chiaro e forte nelle parole di Orsi, la più alta forma di carità. Fare politica significa prima di tutto utilizzare un ruolo per il Bene del prossimo, inteso come società: lo stesso Bene di cui si faceva portavoce Bakhita, in altri ambiti e con una vocazione diversa.
Siamo usciti dall’incontro con Orsi meravigliati: dall’eloquenza, dai valori, dal vero significato di impegno civico. E consapevoli che l’Educazione Civica è proprio questo: sentirsi parte di una società anche nel nostro essere insegnanti; farci cioè da parte per accogliere altri maestri che sappiano, una volta tanto, dare una lezione anche a noi: quella di riuscire a farci comprendere che fuori dai muri della scuola c’è un mondo che ha bisogno di persone vere, coraggiose, che sanno chiedere aiuto e si adoperano per darlo. Un mondo insomma di veri cittadini.
Forse allora, quest’anno, la nostra è stata una scuola un po’ più civica: e gli adempimenti finali fanno un po’ meno paura.
Sandro Pozza
QUI la preghiera a Bakhita di fine anno scolastico.