IL PANE SPEZZATO PER LA VITA DEL MONDO
SANTISSIMO CORPO E SANGUE DI CRISTO – 10° Domenica Tempo Pasquale / C
Lc 9,11b-17
In quel tempo, Gesù prese a parlare alle folle del regno di Dio e a guarire quanti avevano bisogno di cure. Il giorno cominciava a declinare e i Dodici gli si avvicinarono dicendo: «Congeda la folla perché vada nei villaggi e nelle campagne dei dintorni, per alloggiare e trovare cibo: qui siamo in una zona deserta».
Gesù disse loro: «Voi stessi date loro da mangiare». Ma essi risposero: «Non abbiamo che cinque pani e due pesci, a meno che non andiamo noi a comprare viveri per tutta questa gente».
C’erano infatti circa cinquemila uomini. Egli disse ai suoi discepoli: «Fateli sedere a gruppi di cinquanta circa». Fecero così e li fecero sedere tutti quanti.
Egli prese i cinque pani e i due pesci, alzò gli occhi al cielo, recitò su di essi la benedizione, li spezzò e li dava ai discepoli perché li distribuissero alla folla.
Tutti mangiarono a sazietà e furono portati via i pezzi loro avanzati: dodici ceste.
AMORE CHE MAI SI STANCA DI DONARSI
S’affatica la terra nel dare pane,
impregnata dal nostro sudore,
tra spine e roveti pungenti
spunta, segno di vita, il grano.
Cammina la Chiesa nel deserto,
al riparo dalle insidie del drago,
nutrita del pane, sceso dal cielo,
e dissetata di Spirito dal calice.
O sobria ebbrezza dello Spirito,
Eucaristia, che generi i martiri,
chi di te vuol saziarsi e deliziarsi,
puro sia nel corpo e nella mente!
Chi in te s’affatica nel suo spirito,
in te troverà sollievo e quiete;
chi ti vive con vuoto impegno,
triste e annoiato attende la fine.
O mensa sorgente di vita vera,
che ogni giorno ci riveli l’amore
che mai si stanca di donarsi,
nel caldo amplesso del Padre.
IL VANGELO VISSUTO DA BAKHITA
Lc 9,12-13.16
«Quando partecipava alle funzioni liturgiche le sembrava di essere personalmente con nostro Signore. Ricordo che alle donne che confidavano le proprie pene, [M. Bakhita] riusciva a dare sempre fiducia nella Provvidenza. […]
Ricordo che la mia stessa sposa, specialmente durante la guerra andava con altri per avere razioni di minestra che venivano distribuite dalla Serva di Dio. Mentre le altre consorelle, finita la distribuzione, riportavano gli avanzi in cucina, la Serva di Dio distribuiva anche gli avanzi e qualche volta chiedeva supplementi in cucina.
Non tratteneva nulla per sé e si accontentava delle cose più umili.»
(Gildo Dalla Costa, Positio, 4a, § 668-669, pag. 285)