GESÙ, AGNELLO E SERVO DI DIO, INIZIO DEL TEMPO NUOVO
2° Domenica – tempo ordinario anno A
Gv 1,29-34
In quel tempo, Giovanni, vedendo Gesù venire verso di lui, disse: «Ecco l’agnello di Dio, colui che toglie il peccato del mondo! Egli è colui del quale ho detto: “Dopo di me viene un uomo che è avanti a me, perché era prima di me”. Io non lo conoscevo, ma sono venuto a battezzare nell’acqua, perché egli fosse manifestato a Israele». Giovanni testimoniò dicendo: «Ho contemplato lo Spirito discendere come una colomba dal cielo e rimanere su di lui. Io non lo conoscevo, ma proprio colui che mi ha inviato a battezzare nell’acqua mi disse: “Colui sul quale vedrai discendere e rimanere lo Spirito, è lui che battezza nello Spirito Santo”. E io ho visto e ho testimoniato che questi è il Figlio di Dio».
SULLE TRACCE DELLO SPOSO
Venite tutti e contemplate l’Agnello di Dio,
che emerge dalle acque del Giordano.
Il suo aspetto è quello del Libano,
magnifico come gli alti cedri Ct 5,15.
Ecco, solo, si allontana da Giovanni,
tace la profezia, oscura è la Parola.
Dove vai, Amato, Agnello innocente?
«L’amato mio è sceso nel suo giardino» Ct 6,2
O discepoli del Cristo, non indugiate!
Mettetevi sulle tracce dello Sposo:
«Prima che spiri la brezza del giorno,
ritorna sopra i monti degli aromi» Ct 2,17
O amanti della verità, alti sono i misteri!
perché amate e cercate la menzogna?
Mi scoppia il cuore in petto. Grido! Gr 4,19
Perché trascurate e non amate il Cristo?
«Sono venuto nel mio giardino, mia sposa,
mangio il mio favo e il mio miele,
bevo il mio vino e il mio latte.
Mangiate, amici, bevete, inebriatevi, o cari!» Ct 5,1
IL VANGELO VISSUTO DA BAKHITA
Gv 1,29-34
Nel giorno del suo Battesimo “Giuseppina era beata. Sul suo viso non c’era più quell’aria di mestizia che le era solita. Pareva trasfigurata. […] A casa mi avevano detto che il Battesimo ci fa santi, lava le macchie e fa diventare l’anima bianca, bianca. Io guardavo Giuseppina in viso e cercavo di scorgere la sua anima bianca.
(Giulia Della Fonte in Sponza, doc. in Positio, pag. 357)
“È indubitato che M. Bakhita comprese il dono della vocazione Canossiana, fu apostola con l’esempio e con la parola (la sua parola, informa come stile, ma santa, franca come concetto) verso quanti l’avvicinavano. Con le orfane che ai suoi tempi l’aiutavano in cucina, con gli uomini dell’orto, con le esterne quando fu portinaia in quel reparto separato, con quanti andavano per vederla. Apostola senza rumore ma di grande efficacia.”
(M. Genoveffa De Battisti, doc. in Positio, pag. 355)