DALLA LIBERTÀ L’ANNUNCIO AL PROPRIO POPOLO
“Liberata” desidera la vera liberazione per il proprio popolo
Di fronte ad un pastore che desidera per il suo popolo la speranza della pace e della giustizia, e che guarda a s. Bakhita come ad un segreto spirituale da condividere per la gioia della sua fede rinnovata dal perdono, Patricia, originaria del Congo, sente che è giunto il tempo di condividere con il suo popolo la libertà ritrovata per portare a compimento l’opera di salvezza sperimentata dalla sua famiglia.
Il tema della schiavitù contemporanea ci aiuta ad apprezzare, con la libertà fisica, soprattutto la guarigione spirituale. Non tutti vi pervengono dopo la liberazione perché richiede fedeltà ad un cammino di liberazione dall’odio, dal risentimento, e da tutti quei sentimenti negativi che impediscono il perdono.
La liberazione del cuore è provata dalla guarigione spirituale che aiuta a dire grazie per il dolore vissuto in quanto è via per un amore più grande, per traguardi inattesi, per le sorprese di Dio!
Patricia Mulimbi Nabuhoro scoperse di essere soggiogata da un nemico spirituale quando, col marito, decise di donare una falegnameria al proprio popolo per aiutarlo a sostenersi con le proprie forze, senza chiedere continuamente aiuto a chi, in Italia, deve lavorare assiduamente per far crescere cinque figli e sostenere una famiglia allargata.
Durante la preghiera di liberazione fu determinante l’incontro con s. Bakhita che, per la sua umiltà, aiuta a vincere le battaglie più profonde, quelle dello spirito.
Ed ecco che, giunta a Schio una prima volta, per dire grazie per la sua liberazione, Patricia vi tornò ancora, anche col marito, per chiedere a s. Bakhita di proteggere la loro famiglia dalle insidie della discordia. E la gioia è tornata tra loro. Il loro grazie l’hanno proclamato con una grande immagine del volto di s. Bakhita che chi entra la loro casa subito nota. “Chi è quella persona, perché è così importante per voi?” Questo l’inizio della loro testimonianza e il seme di nuove speranze.
Lo scorso 22 ottobre, Patricia e il marito, sono nuovamente giunti tra noi con un vescovo del Congo da loro ospitato, per l’assenza di un sacerdote congolese presso il quale avrebbe dovuto abitare durante le sue cure mediche in Italia. La grande immagine aveva avviato la loro condivisione… Nel sentire le grazie da loro ricevute il Vescovo chiese di essere accompagnato a visitare s. Bakhita a Schio dove, venuto a conoscere che l’Istituto canossiano è in Congo, ha subito desiderato avere in diocesi la famiglia religiosa di s. Bakhita.
Patricia, a sua insaputa, si è così ritrovare a fare da segretaria a questo suo ospite per dirgli a chi rivolgersi.
→ Ecco parte del dialogo seguito alla visita:
«Buongiorno Madre! Come va? Noi tutto bene grazie a Dio…
Sai che il Vescovo si ostina a chiamarmi Bakhita?? Sai cosa comporta per me? Dai un’occhiata alle pagine 51, 52 e 53 del Diario e prova a pensare a come sto vivendo. Poi ne parleremo.»
Ecco le parole di s. Bakhita che hanno fatto vibrare il cuore di Patricia:
→Figlia di Dio (Diario pag. 51-53)
- Bakhita si sentì una creatura nuova Non finiva di stupirsi per il grande dono della fede: “Ma come ha fatto il Signore a prendere proprio me?”.
- Con espressione sbalordita ripeteva: “Mi figlia di Dio… mi, pora grama!”.
- Quando aveva occasione di rivedere la chiesa del Catecumenato, davanti al fonte battesimale si inginocchiava a baciare la terra esclamando: “Qui, qui sono diventata figlia di Dio, io povera schiava”.
- E la gioia brillava nei suoi occhi. “Sapeste che grande grazia è conoscere il Signore! Se nella vita di schiava avessi conosciuto Dio, che conforto ne avrei avuto! Pregate per chi non conosce Dio”.
- Nel giorno della sua totale donazione al Signore, col cuore colmo di gratitudine per essere stata scelta come sua sposa, così prega: “O Signore, potessi io volare laggiù, presso la mia gente. Quante anime potrei conquistarti! Fra i primi, la mia mamma, il mio papà, i miei fratelli, la mia sorella, ancora schiava… tutti, tutti i poveri negri dell’Africa. Fa’, o Gesù, che anche loro ti conoscano e ti amino. Per ottenere questa grazia ti offro tutta la mia vita”.
- “Prego sempre perché il Signore mandi missionari e missionarie anche nel centro dell’Africa dove stavo io. Ho sempre speranza che i miei cari abbiano a conoscere il Signore… Oh, se i miei sapessero dove sono!”.
- “Se stessi in ginocchio tutta la vita non direi mai abbastanza tutta la mia gratitudine al buon Dio”.
- “Tutta la mia vita è stata un dono suo: gli uomini suoi strumenti; grazie a loro ho avuto il dono della fede”.
- “Sì fortunà voialtri de aver comincià subito; io ci sono arrivata tardi. Siatene riconoscenti a Dio e alla Madonna”.
- Quando, ascoltando le sue dolorose avventure di schiava, qualcuno esclamava: “Oh poareta!”. “Io poveretta? No, io non sono poveretta, perché sono del Paron e sto nella sua casa; quelli che non sono tutti del Signore, sono poveretti”.
- Si riferiva spesso al Vangelo e ripeteva: “Se non si conosce il Signore, non si può amarlo”.
- Alla Superiora che le chiedeva: “Che meditazione ha fatto, Madre?”. “…Faccio sempre quella, medito la vita di nostro Signore per conoscerlo bene, altrimenti non so amarlo”.
[08:30, 9/1/2023] Patricia Mulimbi Nabuhoro: «… Sai Madre, più che mai, ora ho veramente bisogno delle vostre preghiere! Queste parole del Diario hanno aperto un vuoto (che vuoto non è) in me… Più ci penso più mi sento colma di gioia, più mi sembra di capire meglio il progetto iniziale che ha portato con amore Santa Bakhita nella mia vita …
Più avanti sicuramente verrò perché ho bisogno di approfondire alcuni aspetti della mia chiamata ad aiutare concretamente i miei fratelli! Nel frattempo affido tutto alla vostra intenzione poiché Il Signore mi dia la Luce necessaria per muovere i passi! Li muoverei anche al buio, credo che anche così sono già in movimento.»
Tutto è un dono di guarigione, la prova di questo è il bene condiviso. Patricia col marito stanno dicendo il loro grazie per il dolore vissuto, dolore da cui è nata la loro liberazione. Pace e libertà che ora desiderano condividere anche col loro popolo.
Papa Francesco, nel suo recente viaggio in Congo e Sud Sudan, ha fatto nascere in noi questi stessi desideri. E con loro ci siamo noi pure in cammino.
[20:04, 4/2/2023] Patricia Mulimbi Nabuhoro: «Ai presenti chiedi una preghiera poiché si avveri il desiderio di GRANDE SOEUR (s. Bakhita) tramite la mia persona. Lei un corpo fisico non lo ha più, ma essendo in comunione con noi NEL CORPO MISTICO DI CRISTO, può portare avanti i suoi desideri citati in quelle pagine del Diario.»
Triduo di s. Bakhita – Schio 07 febbraio 2023