DOMENICA DELLE PALME E DELLA PASSIONE DEL SIGNORE
6° Domenica – TQ A
Mt 26,14-27.66
Il primo giorno degli Azzimi, i discepoli si avvicinarono a Gesù e gli dissero: «Dove vuoi che ti prepariamo, per mangiare la Pasqua?». Ed egli rispose: «Andate in città, da un tale, e ditegli: Il Maestro ti manda a dire: Il mio tempo è vicino; farò la Pasqua da te con i miei discepoli». I discepoli fecero come aveva loro ordinato Gesù, e prepararono la Pasqua. Venuta la sera, si mise a mensa con i Dodici. Mentre mangiavano disse: «In verità io vi dico, uno di voi mi tradirà». Ed essi, addolorati profondamente, incominciarono ciascuno a domandargli: «Sono forse io, Signore?». Ed egli rispose: «Colui che ha intinto con me la mano nel piatto, quello mi tradirà. Il Figlio dell’uomo se ne va, come è scritto di lui, ma guai a colui dal quale il Figlio dell’uomo viene tradito; sarebbe meglio per quell’uomo se non fosse mai nato!». Giuda, il traditore, disse: «Rabbi, sono forse io?». Gli rispose: «Tu l’hai detto». […]
Al di sopra del suo capo, posero la motivazione scritta della sua condanna: «Questi è Gesù, il re dei Giudei». Insieme con lui furono crocifissi due ladroni, uno a destra e uno a sinistra. E quelli che passavano di là lo insultavano scuotendo il capo e dicendo: «Tu che distruggi il tempio e lo ricostruisci in tre giorni, salva te stesso! Se tu sei Figlio di Dio, scendi dalla croce!». Anche i sommi sacerdoti con gli scribi e gli anziani lo schernivano: «Ha salvato gli altri, non può salvare sé stesso. È il re d’Israele, scenda ora dalla croce e gli crederemo. Ha confidato in Dio; lo liberi lui ora, se gli vuol bene. Ha detto infatti: Sono Figlio di Dio!». Anche i ladroni crocifissi con lui lo oltraggiavano allo stesso modo. Da mezzogiorno fino alle tre del pomeriggio si fece buio su tutta la terra. Verso le tre, Gesù gridò a gran voce: «Elì, Elì, lema sabactani?», che significa: «Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?». Udendo questo, alcuni dei presenti dicevano: «Costui chiama Elia». E subito uno di loro corse a prendere una spugna e, imbevutala di aceto, la fissò su una canna e così gli dava da bere. Gli altri dicevano: «Lascia, vediamo se viene Elia a salvarlo!». E Gesù, emesso un alto grido, spirò. Il centurione e quelli che con lui facevano la guardia a Gesù, sentito il terremoto e visto quel che succedeva, furono presi da grande timore e dicevano: «Davvero costui era Figlio di Dio!».
EGLI RESTA PERCHÉ AGISCE NELLO
SPIRITO NOSTRO IMMORTALE
Accorriamo tutti ad ascoltare la Parola,
cerchiamo di scrutare il segno,
in cui il Cristo si nasconde e si manifesta.
Davvero il Signore continua a lavare i piedi
e ad ammaestrarci con parole di vita
che illuminano e rivelano il mistero.
Quando tu piangerai
laverai davvero i piedi del Salvatore
e li ungerai con il profumo
dell’obbedienza evangelica.
L’evento della sua pasqua è passato
nell’inesorabile fluire del tempo,
ma Egli resta perché agisce
nello spirito nostro immortale.
IL VANGELO VISSUTO DA BAKHITA
Mt 26,14-27.66 pg126
«Mi disse una volta che se Giuda ricorreva alla misericordia di Dio, si sarebbe salvato».
(M. Teresa Martini, Positio, 4a, §202, pag. 140)
«Amava la Via Crucis, e anche quando questa pia pratica era nella nostra Congregazione soltanto facoltativa, più volte l’ho vista farla da sola: da malata l’ho trovata più volte assorta nella meditazione della Passione. Una volta l’ho trovata con l’immagine del crocifisso in mano, commossa con le lacrime agli occhi, che meditava la caduta di Gesù sotto la croce. Alla mia domanda mi mostrò l’immagine e disse: “la guarda quanto che el ga patio per mi: e mi desso no go niente da darghe”. Si riferiva alle sue sofferenze che erano niente di fronte a quelle avute da schiava».
(Noemi Raccanello, Positio, 4b, §252, pag. 126)