GUIDATI DAL PERDONO ALLA PACE
Col cuore ardente, occhi che vedono, piedi in cammino di s. Bakhita
La 24ma edizione di “Camminando con Bakhita”, si è svolta il 7 ottobre 2023, partendo dall’autostazione di Schio con due autobus alle 8.00 e 8.15. Il secondo mezzo ha fatto il così detto “servizio scopa” raccogliendo, lungo le fermate dei paesi attraversati, i camminatori in attesa.
Festosa l’accoglienza e splendida la giornata, inusualmente calda per la stagione autunnale. Eravamo una ottantina in tutto ma, ad ogni sosta c’era chi ci attendeva per accoglierci, per offrirci del ristoro, per pregare con noi, alcuni anche per unirsi al nostro cammino.
Dopo l’avvio benedicente del parroco a S. Bertilla, la tappa alle Maddalene e al Crocefisso senza braccia – sempre toccante – eccoci nuovamente in cammino.
Il proposito di giungere a Schio senza far attendere i bimbi e ragazzi della catechesi che ci attendevano per il tratto finale, a Castelnovo ci ha fatto trovare un’accoglienza non solo festosa, per il suono delle campane, ma anche dinamica, perché una ventina di giovani ci hanno saziato, oltre che con la celerità del servizio, anche con l’entusiasmo di incontrare in noi s. Bakhita. Qui la signora Maria Elisa ha raccontato a loro ed a noi di aver conosciuto s. Bakhita, di ricordarne ancora la bontà e il tepore del suo corpo dopo la morte.
Ed eccoci a Isola Vicentina, attesi dai fedeli che avevano spalancato le porte della chiesa di San Rocco, unendosi poi alla nostra preghiera e con l’augurio di un buon cammino.
Proseguendo, don Pietro ci ha accolti a S. Tomio con una chiesa piena di bimbi, ragazzi e catechiste, la sua originalità non finisce mai di stupirci insieme alla bontà dei presenti.
Presso la casa degli alpini di Malo un’altra gradita sosta ristoratrice, godendo un paesaggio fiabesco tra il monte, il rivo d’acqua, le anatrelle selvatiche, il ponticello da attraversare per giungere ai piedi del santuario di Santa Libera, a cui far salire il nostro cuore di figli prima di giungere a San Vito di Leguzzano, nella Chiesa dell’Immacolata Concezione. La chiesetta antica sembra offrire il riposo di casa, per la sua intimità e la sua pace. Qui ci attendevano il diacono Agostino e diverse signore devote di s. Bakhita che, di anno in anno, ci accolgono come vere mamme che non lasciano partire senza un rinforzo energetico o un bicchiere d’acqua.
Ed eccoci a Ca’ Trenta, nella Chiesa di S. Pio X. Il tabernacolo, che richiama l’esposizione eucaristica, ci ha donato un senso di adorazione. Di tappa in tappa, s. Bakhita ci ha parlato della sua esperienza di perdono “lei non aveva nemici”, questa la constatazione di una giovane che non capiva come fosse così in pace con chi l’aveva rapita e torturata. Ed in questo luogo Gesù stesso ci illuminava sul mistero dell’amore.
Dalle 18.00 in poi, nella fermata bus presso la stazione ferroviaria di Schio, si è ingrossato sempre più il gruppo di bimbi, genitori, catechiste e sacerdoti, insieme a quello di giovani scout. Ed ecco, alle 18.20, arrivare i camminatori, accolti da un applauso che li ha rincuorati e incoraggiati a non desistere mai, per dire con l’esempio a figli e nipoti di non scoraggiarsi di fronte a qualsiasi attesa o fatica.
Giunti in Duomo guidati dalle torce, dopo aver attraversato una manifestazione ludica di stile anglosassone, ci siamo sentiti testimoni di una vita spirituale che dà senso alla vita e senza la quale tutto è mondanità ed opposto a quella sobrietà che ci invita a condividere con il cuore ardente di chi vede i bisogni altrui e cammina per amare. Questo il tema del mese missionario che ci ha guidato di tappa in tappa.
Durante la celebrazione eravamo in tanti. Era bello vederci in volto, alcuni sedevano anche nei gradini dietro l’altare, per ascoltare don Carlo che ci spiegava la Parola, per dirci di non aver paura di sentirci scartati, in ciò che si “scarta” spesso si trova il vero tesoro. Sì, la luce del volto di s. Bakhita ci ha confermato quanto sia vero che lei, umilissima “pietra scartata dai costruttori”, sia diventata testata d’angolo. Il Catechismo è un tesoro da non scartare, tante cose passano ma – il vero tesoro – ci dona il Cielo che non perderemo mai! Buon anno catechistico a tutti noi, piccoli e grandi!