ALLELUIA, CRISTO È RISORTO!
SABATO SANTO – VEGLIA PASQUALE – Triduo Pasquale /B
Mc 16,1-8 – Gesù Nazareno, il crocifisso, è risorto.
Passato il sabato, Maria di Màgdala, Maria madre di Giacomo e Salòme comprarono oli aromatici per andare a ungerlo. Di buon mattino, il primo giorno della settimana, vennero al sepolcro al levare del sole. Dicevano tra loro: «Chi ci farà rotolare via la pietra dall’ingresso del sepolcro?». Alzando lo sguardo, osservarono che la pietra era già stata fatta rotolare, benché fosse molto grande. Entrate nel sepolcro, videro un giovane, seduto sulla destra, vestito d’una veste bianca, ed ebbero paura. Ma egli disse loro: «Non abbiate paura! Voi cercate Gesù Nazareno, il crocifisso. È risorto, non è qui. Ecco il luogo dove l’avevano posto. Ma andate, dite ai suoi discepoli e a Pietro: “Egli vi precede in Galilea. Là lo vedrete, come vi ha detto”».
DALLE DOMANDE “RIMOSSE” AL PARADISO
Quante volte Maria e Giuseppe si sono chiesti:
– come può nostro figlio avere un Padre nei cieli?
– perché risponde alla chiamata di questo Padre?
– perché il Tempio è la sua casa?
– perché non rimane confinato nei limiti della famiglia?
– com’è arrivato alla profondità del mistero divino?
– perché nostro figlio, che è Dio, è così povero, perché lavora, perché deve morire?…
Noi, i suoi genitori, dobbiamo condividere questo misero destino.
Signore, Tu sei infinitamente buono,
sei umile, sei santo,
sei generoso nel tuo perdono.
E io, io sono solo un povero peccatore,
orgoglioso e pieno d’odio.
È dopo il mio pentimento
E la mia conversione
Che mi accorgerò che la vita con Te
È il Paradiso.
Francois-Xavier Nguyen Van Thuan, Preghiere di speranza, Tredici anni in carcere, 1997, n°46.
IL VANGELO VISSUTO DA BAKHITA
Mc 16,3-8
«Quando la signora [Michieli] tornò dall’Africa, raccontava sempre Madre Giuseppina, si parlava già di battesimo: ma la signora decise di portarla in Africa. Bakhita cominciò a opporre resistenza e Mimmina non voleva separarsi da Bakhita. La lotta fu lunga e dura. Bakhita si rifiutò perché non voleva perdere la religione cattolica. Quando la signora lo seppe le rinfacciò l’ingratitudine. Ferma nel suo proposito Bakhita non si piegò, pur soffrendo nel vederla così disgustata e perché le voleva veramente bene. Ho sentito dire da alcune madri canossiane, non ricordo il loro nome, che nel momento più drammatico, Bakhita fissò il Crocifisso, rivide la luce e l’ombra nella luce che aveva visto nella foresta, ritrovò coraggio per ulteriormente resistere.
Ho letto negli articoli che tale visione la ebbe da sacrestana: io invece ho sempre sentito dire che l’ebbe in questo momento di lotta. Finalmente fu dichiarata libera davanti al Procuratore del Re, al Cardinal Patriarca Agostini, la Superiora, altre madri e autorità. La separazione fu dolorosa, ma fu felice di restare a Venezia. Si preparò al battesimo con vivo desiderio e lo ricevette con grande fede e devozione. Nello stesso giorno ricevette la cresima e la comunione.»
(M. Clotilde Sella, Positio, 4a, §481, pag. 213-214)