QUALE LOGICA SCEGLIAMO?
11a Domenica Tempo Ordinario /B
Mc 4,26-34
In quel tempo, Gesù diceva [alla folla]: «Così è il regno di Dio: come un uomo che getta il seme sul terreno; dorma o vegli, di notte o di giorno, il seme germoglia e cresce. Come, egli stesso non lo sa. Il terreno produce spontaneamente prima lo stelo, poi la spiga, poi il chicco pieno nella spiga; e quando il frutto è maturo, subito egli manda la falce, perché è arrivata la mietitura».
Diceva: «A che cosa possiamo paragonare il regno di Dio o con quale parabola possiamo descriverlo? È come un granello di senape che, quando viene seminato sul terreno, è il più piccolo di tutti i semi che sono sul terreno; ma, quando viene seminato, cresce e diventa più grande di tutte le piante dell’orto e fa rami così grandi che gli uccelli del cielo possono fare il nido alla sua ombra».
Con molte parabole dello stesso genere annunciava loro la Parola, come potevano intendere. Senza parabole non parlava loro ma, in privato, ai suoi discepoli spiegava ogni cosa.
UMILE TU SEI, I POPOLI RADUNI
Cantiamo la bellezza del cedro
nell’incarnato Verbo di Dio,
il più bello tra noi uomini.
Umile tu sei o Signore,
simile a ramoscello
su un alto monte.
Splendido tu sei o Potente,
tra gli splendori dei santi,
dall’eterno sei generato.
Umile chicco di senape,
potenza germinante il Regno,
i popoli raduni tra i tuoi rami.
Terra feconda di Spirito,
tu sei o Vergine Maria,
piccolo è tra le tue braccia,
il Signore di ogni vivente,
svuotato per umile amore,
il Salvatore di noi assetato.
Canta o mia cetra il Signore,
su soavi melodie, senza fine,
modulate in me dallo Spirito.
IL VANGELO VISSUTO DA BAKHITA
Mc 4,26-27.31-32
«M. Margherita Zuccotti mi raccontò che quando M. Bakhita giunse a Soncino per il giro missionario dove ella era, la suora missionaria dopo la sua conferenza, mandò sul palco M. Bakhita pregandola insistentemente di parlare. M. Bakhita si vide confusa, fece il segno della croce e disse: “Siate buoni- Vogliate bene al Signore- Vedì che grazia el me ga fatto a mi”. Non sapendo più come proseguire, si fece il segno della croce e scese giù. La missionaria la rimproverò molto aspramente perché aveva parlato troppo poco. M. Bakhita, umile e senza perdere la calma, chiese scusa e ringraziò. Mi diceva la M. Margherita che a tale scena, ella quasi si sentiva ribellare e si commosse fino al pianto per l’umiltà di M. Bakhita.»
(M. Clotilde Sella, Positio, 4a §513, pag. 224-225)