NOI PASSIAMO RESTANO I SANTI
I 250 anni di Maddalena ci hanno fatto incontrare Bakhita Patrona!
Dal dialogo telefonico eccoci a quello scritto, per ricordare che se noi passiamo i santi restano!
Questo uno dei doni ricevuti dalla comunicazione con Ada Facchin per organizzare la visita a Verona lo scorso 3 marzo, in occasione dell’apertura del giubileo canossiano. Sor. Maria Carla Frison fdcc
Email 09 gennaio 2024
M. MARIA CARLA buona serata!
Ecco un po’ di foto e sintesi della celebrazione di inaugurazione con il Vescovo Marco Busca dell’UNITÀ PASTORALE di BAGNOLO S. VITO (MN) sotto la protezione S. Giuseppina Bakhita.
Abbiamo avuto per soli 12 anni le madri Canossiane che con il loro intenso lavoro apostolato ci hanno fatto conoscere il carisma di S. Maddalena e la nostra S. Bakhita.
Ora siamo rimasti noi laici Canossiani che come gruppo cerchiamo di portare avanti le iniziative delle madri, per questo si è pensato di dare il nome di S. BAKHITA, sicuri che veglia ogni giorno sulla nostra Unità Pastorale formata da 4 parrocchie.
Anche il giornalino parrocchiale porta il suo nome.
Come laica canossiana ringrazio il Signore di questo DONO!
Un caro saluto ADA FACCHINI
Domenica 12 febbraio 2023
in occasione della restituzione della Visita pastorale con il vescovo Marco,
l’Unità Pastorale di Bagnolo San Vito (MN) è stata intitolata
S. Giuseppina Bakhita Patrona
Svelamento dell’icona di santa Bakhita da parte delle Madri Canossiane.
Il coordinatore dell’U.P., don Mirko Frignani, ci racconta le ragioni di questa scelta.
«Alla conclusione della visita pastorale il vescovo aveva sollecitato ad individuare un nome per la nostra Unità Pastorale, che fosse identificativo della nostra storia ed esperienza di Chiesa, e programmatico rispetto alle priorità individuate. In una delle prime riunioni del Consiglio Pastorale di U.P., recentemente rinnovato, si è dibattuto su varie proposte, arrivando infine a scegliere quello della santa canossiana. Una comunità di madri canossiane ha vissuto a Bagnolo San Vito dal 2001 al 2015 contribuendo in modo significativo alla nascita dell’Unità Pastorale, in collaborazione con i parroci e i laici delle quattro parrocchie. Forte era stata la presenza delle canossiane in tutte le comunità (compresa la frazione di Campione) e numerose sono state le iniziative nate dal loro apostolato: promozione della donna, doposcuola per i bambini, sensibilizzazione missionaria, visita periodica ai malati, catechesi ai genitori dei bambini piccoli, preghiera mensile per gli anziani, centri di ascolto nelle famiglie. Il gruppo Laici Canossiani. Molte di queste sono ancora attive. L’attività delle canossiane ci ha permesso di conoscere la figura di madre Bakhita e la spiritualità dell’Istituto, caratterizzata da una spiccata impronta missionaria». [Qui si omette una breve biografia]
Il 1° ottobre 2000 papa San Giovanni Paolo II ha proclamata santa Madre Bakhita, definendola “sorella universale”.
«Domenica 12 febbraio» prosegue don Frignani «all’inizio della S. Messa zonale, presieduta dal vescovo Marco, al Palasanvito di Bagnolo, è stato annunciato il “battesimo” della nostra Unità Pastorale. Alcune madri canossiane di Brescia hanno svelato una grande immagine di Santa Bakhita, sulla falsariga di quanto avviene in piazza S. Pietro alla proclamazione dei beati e dei santi. Dopodiché è iniziata la celebrazione eucaristica, durante la quale il Vescovo ha collegato il Vangelo della domenica (“se la vostra giustizia non supererà quella di scribi e farisei”) alla vita e agli insegnamenti di santa Bakhita».
Cosa immaginate possa portare la sua esperienza alle vostre comunità cristiane?
«La presenza canossiana a Bagnolo San Vito per molti è stata stimolo alla propria vita cristiana e per il servizio attivo nelle parrocchie. Tuttavia oggi molti giovani non hanno vissuto quella stagione. La figura di santa Bakhita ispira una visione di Chiesa missionaria, che rifugga la tentazione di chiudersi dietro steccati, ideologici o fisici, per diventare una Chiesa “in uscita”: una chiesa che respiri la mondialità, in dialogo con altre culture e esperienze religiose (sempre più numerose sul nostro territorio) e con le istanze del mondo moderno, in particolare con l’universo giovanile.
L’esperienza di Bakhita sollecita anche una sensibilità “femminile” della Chiesa che si declina nel prendersi cura delle relazioni, delle fragilità, dei tempi lunghi della preghiera e del silenzio. Così come madre Bakhita si è fatta “serva” di un paron che amava e di cui si sentiva ricambiata nell’amore, allo stesso modo ci possiamo mettere a servizio della Chiesa attraverso i ministeri battesimali che Dio vorrà suscitare nelle nostre comunità».