A DUE A DUE COME FRATELLI
15a Domenica Tempo Ordinario /B
Mc 6,7-13
In quel tempo, Gesù chiamò a sé i Dodici e prese a mandarli a due a due e dava loro potere sugli spiriti impuri. E ordinò loro di non prendere per il viaggio nient’altro che un bastone: né pane, né sacca, né denaro nella cintura; ma di calzare sandali e di non portare due tuniche.
E diceva loro: «Dovunque entriate in una casa, rimanetevi finché non sarete partiti di lì. Se in qualche luogo non vi accogliessero e non vi ascoltassero, andatevene e scuotete la polvere sotto i vostri piedi come testimonianza per loro».
Ed essi, partiti, proclamarono che la gente si convertisse, scacciavano molti demoni, ungevano con olio molti infermi e li guarivano.
DUE A DUE NELLO SPIRITO
Profeti che camminano
nei sentieri dell’uomo,
spesso densi di tenebre,
in valli profonde di morte.
Due a due nello Spirito
inermi, deboli e poveri,
ma figli di antichi profeti,
in mano il solo bastone.
Perché non avete denaro?
L’avversario ci deriderebbe.
Perché non due tuniche?
Il Cristo è il nostro abito.
L’Evangelo, potenza di Dio,
è la nostra unica forza.
Non l’oro ci arricchisce
ma solo la Parola di Dio.
Tremano i demoni,
gemono gli inferi,
uomini alzate il capo,
la redenzione è vicina!
IL VANGELO VISSUTO DA BAKHITA
Mc 6,7
«M. Bakhita aveva accettato di raccontarmi la sua storia unicamente per esercitare la virtù dell’obbedienza, e perché le era stato detto che serviva alla gloria di Dio. M. Bakhita per conto suo non voleva alcuna pubblicità.
Uno di quei giorni in cui fummo insieme a Venezia, rientrando a S. Alvise dai Catecumeni sul vaporetto, c’era la superiora di S. Àlvise M. Walburha, M. Bakhita, una mia collega e io. Ad un certo momento la Superiora disse a M. Bakhita: “Madre, il libro dovrà portare anche la sua fotografia: quindi bisognerà farla fotografare”. M. Bakhita rispose con un ragionamento del genere: “Le Canossiane vanno sempre in due: quindi con la mia fotografia metteranno anche la sua Madre”. Con questa trovata pensava di aver scongiurato il pericolo della fotografia.»
(Ida Zanolini, Positio, 4a §203, pag. 99-100)