CON CUORE GRATO
32° Domenica Tempo Ordinario /B
Mc 12,38-44 (forma breve 12,41-44)
In quel tempo, Gesù [nel tempio] diceva alla folla nel suo insegnamento: «Guardatevi dagli scribi, che amano passeggiare in lunghe vesti, ricevere saluti nelle piazze, avere i primi seggi nelle sinagoghe e i primi posti nei banchetti. Divorano le case delle vedove e pregano a lungo per farsi vedere. Essi riceveranno una condanna più severa».
[Seduto di fronte al tesoro, osservava come la folla vi gettava monete. Tanti ricchi ne gettavano molte. Ma, venuta una vedova povera, vi gettò due monetine, che fanno un soldo. Allora, chiamati a sé i suoi discepoli, disse loro: «In verità io vi dico: questa vedova, così povera, ha gettato nel tesoro più di tutti gli altri. Tutti infatti hanno gettato parte del loro superfluo. Lei invece, nella sua miseria, vi ha gettato tutto quello che aveva, tutto quanto aveva per vivere».]
DALLA MISERIA ALLA RICCHEZZA
Su terra arida scende silenziosa
la morte, tra gemiti di creature:
scarsa è l’acqua, fonte di vita.
Ecco una vedova alle porte,
dove giunge il profeta di Dio;
egli possiede solo la Parola,
soffio di vita sulle sue labbra,
compassione del suo Dio
verso umili e povere donne.
Parola perché te ne stai
umiliata da scribi boriosi?
Ma tu sei spada che uccide!
Siede il Signore nel tesoro:
frastuono di monete pesanti,
silenzio di leggere monetine.
Dalla sua miseria la ricchezza,
l’occhio mai sazio loda il molto,
l’occhio divino sfiora la vedova.
IL VANGELO VISSUTO DA BAKHITA
Mc 12,42-44
«La Serva di Dio nell’uso delle cose, del denaro, nel vestire si dimostrò costantemente distaccata e povera. Nella sua stanzetta non c’era niente ad eccezione del Rosario e del Crocifisso. … Una volta le fu portata la colazione in una scodella malandata. Si oppose che venisse fatta la minima osservazione alla consorella. Non era attaccata neppure ai beni spirituali e diceva: “mi ghe dago tuto al Paron, che el ghe pensa lu».
(Antonietta Filippin fdcc, Positio, 4a §548, pag. 241)
«Aveva molto spiccato il senso della riconoscenza. In occasione del suo 50° ricevendo qualche bel dono: “Ma perché spendere tanto denaro per questa povera grama? Non occorreva disturbarsi tanto, poveretti!”. Poi rivolgendosi alla superiora: “Madre è contenta che scriva subito ringraziando?” E sempre ad ogni piccola attenzione che le usavano ringraziava e ringraziava. […]
Sono contenta di soffrire e vorrei campare a lungo per attestare con la sofferenza la mia gratitudine al Signore e sdebitarmi un po’.» (Ida Zanolini, Positio, 4b, pag. 374 […] 376)